Se fossi il Ministro
dell'Istruzione, sarei molto meno cattivo di tutti i ministri che
abbiamo avuto negli ultimi decenni. Tutti a dire che la coperta era
troppo corta e che gli insegnanti e che gli insegnanti non lavorano
mai abbastanza: lavora!, lavora! Io non sono d'accordo e faccio una
proposta.
Il mestiere di insegnante
è faticoso: vi immaginate tutti i giorni con venti (venti, ma che
dico venti?!, ormai trenta, quaranta, cinquanta!) bambini in classe?
Che non vedono l'ora che suoni la campanella per gridare, correre o
scoreggiare? Scommetto che l'80% di voi avrebbe un esaurimento
nervoso al terzo anno di lavoro. Io dico una cosa: che un insegnante
non è un supereroe dei fumetti, come Batman o Superman, e neanche
quelli dei videogame, come Super Mario. Insomma, è una persona
normale, che invecchia, come invecchiano le sue capacità, i suoi
saperi, e così via. Per questo ogni cinque anni un insegnante
dovrebbe fermarsi per un anno, stare lontano dai bambini e dai
ragazzi, incontrare gli insegnanti di altre parti d'Italia,
aggiornarsi, rimettersi in discussione e, eventualmente, correggersi.
Io credo che anche i ragazzi sarebbero più contenti di non vedere
più insegnanti un op' esauriti e che hanno perso il senso di quello
che insegnano da vent'anni. E tutta la società crescerebbe meglio,
insieme e più pacatamente. Pensate che cambiamento...
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