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Dei minuti, delle ore
prima che Amin arrivasse, Fred finiva il piatto di spezzatino. Per
esaltare il sapore della carne sorseggiava il vino, lo stesso che era
servito qualche minuto prima per augurare la salute a Gina e che
scorreva da anni nelle vene del marito. In quel momento di
contemplazione gastronomica una folata di vento portò alle sue
orecchie una nuova scampanata parrocchiale e al suo naso l'acre odore
del letame.
Dei minuti, delle ore
prima che Amin arrivasse, il grande ospite della serata si avvicinava
il più possibile al centro della piazza, oltre il limite imposto
alle altre automobili. Al segretario regionale del partito si
avvicinò una giovane donna, che era stata presentata a Fred dal suo
amico Amin qualche settimana o qualche mese prima e che era al
momento una delle più brillanti e innovative, girava voce,
personalità del partito. A Fred pareva che la giovane donna vestisse
in maniera troppo elegante per non diffidarne. Si strinsero
virilmente la mano.
Il segretario regionale
del partito salutò cortesemente il vecchio professore, il marito di
Gina e qualcun altro, che venivano ancora rispettati in nome delle
parole sensate che tanti anni prima, qualche decennio, avevano speso
per le povere genti di quell'angolo di mondo proletario, soprattutto
contadini, pur non ottenendo alcun successo.
Fred non poté impedirsi
di notare che nessuno osò offrire il buon spezzatino, il più buon
spezzatino di tutte le feste dell'Unità sul territorio nazionale, al
nuovo ospite, il più importante sul territorio regionale. Guardando
il vassoio di frutta che gli veniva portato, Fred si domandò come
avesse fatto l'uomo a diventare segretario e consigliere regionale
con quella sua intolleranza alla carne, alle proteine della carne e
ai suoi derivati, in un angolo di mondo come quello, dove i voti si
misuravano con i chili di carne offerta agli elettori in mesi, in
settimane pre-elettorali. Come un uomo che si nutriva solo di frutta
e verdura avesse fatto a diventare il politico che era, seppur
perdente alle urne, in un angolo di nazione dove maiali, agnelli e
vitelli venivano sacrificati per ringraziare iddio e i suoi
rappresentanti democratici del benessere acquisito negli ultimi anni,
negli ultimi decenni, dopo quella guerra di cui si era tanto sentito
parlare e che, a un certo punto, si era anche vista passare, per
qualche giorno e con tanta paura.
Il segretario salì sul
palco, interrompendo le stonate danze popolari del gruppo
tradizionale apprezzato tutti gli anni, da dieci anni, dagli
organizzatori della festa, e si apprestava a proferire qualche parola
essenziale, molto essenziale perché tutti capissero, sul futuro
della povera ma feconda terra sulla quale vivevano, al giorno d'oggi
non troppo radioso.
Fu soprattutto a questo
punto che Fred sentì la mancanza di Amin, quando le circostanze
mostravano visibilmente che non c'era nessun'altra possibilità,
durante il quarto d'ora che seguiva, che ascoltare il discorso noioso
e vuoto del segretario, fatto di parole semplici, ma con qualche
filosofema usato a sproposito per ricordare che la sua automobile era
una Lancia Thesis che poteva arrivare, grazie a delle icone adesive
ben in mostra sul parabrezza, al di là dei limiti preposti per le
altre banali auto.
Fu a questo punto,
soprattutto alla parola palingenesi
usata dal segretario per dire qualcosa che Fred non capì, a un
momento in cui il marito di Gina si era distratto, mentre sua moglie
aggiungeva un po' di sale al suo spezzatino, e il professore mentiva
a se stesso sulla compiutezza del discorso del suo giovane amico ed
eletto, fu a questo punto che un senso di vomito colse Fred. Come
un'intolleranza, un'intolleranza a quello spezzatino, ormai troppo
salato, a quel vino e a quel letame, a quel letamaio in cui era
seduto.
Fu
a questo punto che Fred decise di interrompere la sua attesa e di
andare via, prima che il suo amico Amin arrivasse, prima che non
gettasse un voto, un altro voto, prima che il suo racconto non fosse
omologato al loro, a quello della gente del partito. Fu a questo
punto che Fred decise di non sentirsi rappresentato, di non voler
essere rappresentato. Compagno di viaggio di nessuno, Fred ripartì,
con i due sacchi a pelo nel cofano, per colpa tutto sommato di una
parola usata male, di un discorso senza senso, di un comizio che
l'aveva fatto arrabbiare, indignare.
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