venerdì 25 gennaio 2013

Fantapolitica. Se fossi il ministro dell'Istruzione.


Se fossi il Ministro dell'Istruzione, sarei molto meno cattivo di tutti i ministri che abbiamo avuto negli ultimi decenni. Tutti a dire che la coperta era troppo corta e che gli insegnanti e che gli insegnanti non lavorano mai abbastanza: lavora!, lavora! Io non sono d'accordo e faccio una proposta.
Il mestiere di insegnante è faticoso: vi immaginate tutti i giorni con venti (venti, ma che dico venti?!, ormai trenta, quaranta, cinquanta!) bambini in classe? Che non vedono l'ora che suoni la campanella per gridare, correre o scoreggiare? Scommetto che l'80% di voi avrebbe un esaurimento nervoso al terzo anno di lavoro. Io dico una cosa: che un insegnante non è un supereroe dei fumetti, come Batman o Superman, e neanche quelli dei videogame, come Super Mario. Insomma, è una persona normale, che invecchia, come invecchiano le sue capacità, i suoi saperi, e così via. Per questo ogni cinque anni un insegnante dovrebbe fermarsi per un anno, stare lontano dai bambini e dai ragazzi, incontrare gli insegnanti di altre parti d'Italia, aggiornarsi, rimettersi in discussione e, eventualmente, correggersi. Io credo che anche i ragazzi sarebbero più contenti di non vedere più insegnanti un op' esauriti e che hanno perso il senso di quello che insegnano da vent'anni. E tutta la società crescerebbe meglio, insieme e più pacatamente. Pensate che cambiamento...

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